Materiali di studio

Che cosa sono storie ben formate

La Grammatica delle storie è un sistema di regole che specifica le unità e le funzioni che si presentano nelle storie e in presenza delle quali la comprensione e il ricordo da parte dei bambini e dei ragazzi sono favorite. Secondo le ricerche di Stein, Glenn, Trabasso e altri, la storia inizia dando alcune informazioni relative al tempo e al luogo nel quale si svolge e alle caratteristiche del o dei personaggi che vi intervengono.
Questa prima parte della storia è denominata Ambiente.
L’ambiente è seguito dall’episodio, che viene definito come un insieme di categorie di informazioni ognuna delle quali svolge una determinata funzione. Le funzioni sono cinque, si susseguono secondo un ordine tipico e sono collegate tra loro tramite relazioni (temporali, causali ecc.).

Ciascuna funzione contiene alcune categorie di informazioni prestabilite:
1. Funzione Evento iniziale: segnala un cambiamento avvenuto nell’ambiente, l’accadimento di qualcosa che rompe l’equilibrio iniziale e che “costringe” il protagonista a progettare un piano d’azione.
2. Funzione Risposta interna: comprende la meta (obiettivo, bisogno, scopo, desiderio) e gli stati emozionali e cognitivi che il protagonista si dà nei confronti dell’evento problema.
3. Funzione Tentativi: porzione del testo in cui vengono narrate una o più azioni tese a raggiungere la meta, fissata alla funzione precedente.
4. Funzione Conseguenze: porzione del testo in cui vengono narrati i fatti provocati dai tentativi, fatti che possono essere interpretati come positivi se portano al raggiungimento dell’obiettivo e che quindi avviano alla conclusione della storia; oppure come negativi se il protagonista non riesce a raggiungere quanto pianificato nella Risposta interna; in questo caso spesso nasce un secondo episodio oppure si attiva un ciclo (tipicamente si tratta di una terna) di tentativi e conseguenze.
5. Funzione Reazione: può includere diversi tipi di informazioni. Generalmente consiste in riflessioni, pensieri e sensazioni del protagonista in relazione alle conseguenze prodotte dai suoi tentativi. Talvolta la riflessione conclusiva è affidata a un personaggio diverso dal protagonista o a una voce esterna che esprime una sorta di “morale”.

Se si esamina un campione di storie, è frequente osservare che le funzioni Ambiente, Evento iniziale, Tentativi e Conseguenze sono nella maggior parte dei casi esplicite, mentre le funzioni Risposta interna e Reazione sono più frequentemente lasciate implicite dagli autori.
Quando la narrazione mantiene implicite una o più funzioni, l’ascoltatore o il lettore “esperti” attivano meccanismi di inferenza tesi a “chiudere il buco” ritessendo la trama.
In sede di didattica, è spesso risultato efficace favorire la comprensione, il ricordo e la riesposizione della storia, sollecitando l’alunno ad applicare le regole della struttura ideale aiutandolo a porsi le domande utili a integrare le funzioni mancanti.

Un insegnante utilizza storie ben formate per diversi buoni motivi.
Alcuni motivi riguardano gli alunni e i loro processi di apprendimento:
– Perché le storie ben formate sono comprese, ricordate e riesposte meglio rispetto alle storie con qualsiasi altro tipo di struttura.
– Perché la grammatica delle storie è uno strumento che aiuta l’alunno a verificare se un testo narrativo rispetta o meno la struttura ideale.
– Perché gli alunni scoprono una tecnica di scrittura che permette loro di ideare, integrare, riassumere, manipolare intenzionalmente un testo narrativo.

Altri motivi riguardano l’insegnamento:
– Perché gli insegnanti possono lavorare a partire da un modello, validato dalla ricerca sperimentale, che consente loro di costruire guide all’apprendimento utili anche per il recupero delle abilità di base.
– Perché, leggendo le storie scritte dagli alunni, gli insegnanti possono analizzare le strategie che ogni studente mette in atto per definire un problema, affrontarlo e risolverlo.
– Perché, nelle storie con due o più personaggi, gli insegnanti possono valorizzare l’uso di strategie messe in atto dai personaggi per comporre i problemi, ossia per individuare soluzioni con-vincenti.

Prof.ssa: Mariapia Piovesan – Classe terza – N. 24 alunni

LEZIONE IN CLASSE

Area linguistica – Unità di apprendimento:Grammatica delle storie

Abilità1:

  • rielaborare testi utilizzando la struttura narrativa data;

  • individuare nei testi gli elementi di coesione e coerenza.

Obiettivo di apprendimento: utilizzare la struttura della Grammatica delle storie valorizzando le domande poste in ciascuna funzione. Scrivere un’altra storia a due protagonisti con una soluzione win win rispettando la struttura data e il criterio di coerenza testuale.

Competenza chiave europea: Comunicazione in lingua italiana

Traguardo di Competenza2: gli alunni utilizzano una struttura linguistica data per analizzare, adattare e riscrivere testi.

Condizioni: gli alunni lavorano individualmente, a coppie, nel piccolo gruppo e con il gruppo classe.

Tempi:

16 novembre 2015 Registrazione D.S. – 20 minuti;

14 dicembre 2015 – 1^ UNITA’ – Presentazione e avvio dell’attività di scrittura; 1,30

11 gennaio 2016 – Analisi alla Lim di alcuni testi a due protagonisti, elaborati dagli studenti degli anni precedenti; 1,30

  • Attività di elaborazione e di scrittura in classe e/o a casa.

29 febbraio 2016 – 2^ UNITA’ Revisione di un testo e conversazione in classe; 1,30

  • Attività di revisione personale e/ in gruppo.

1 Giugno 2016 – Registrazione in uscita del D.S. 20 minuti

8 Giugno – Applicazione del questionario e lettura dei dati a confronto individuali e di classe in entrata uscita; 1,30

Materiali: Scheda 0, Scheda 1, Scheda 2 e Scheda 3. Appunti e materiali forniti dall’insegnante.

GUIDA ALL’APPRENDIMENTO3

Cosa fa e cosa dice l’insegnante

Cosa fanno e cosa dicono gli alunni

PRIMA UNTA’ – 14 dicembre 2015

1. Attirare e controllare l’attenzione

Presenta il gruppo di lavoro dei docenti, lo scopo e l’obiettivo. Informa gli alunni che potranno completare la storia che l’insegnante presenterà loro. Spiega l’origine del testo e ne presenta il protagonista.

Chiedono notizie del gruppo di lavoro. Chiedono se ci sono altre scuole e altri alunni che lavorano sulla stessa cosa. Chiedono di ascoltare la storia.

2. Informare il soggetto dei risultati attesi

Spiega che il testo originale è di Italo Calvino, un famoso scrittore italiano del Novecento. Dalla storia originale è stato tratto un problema e sono stati scritti alcuni testi diversi per raccontare i possibili modi per affrontarlo. A loro è chiesto di leggere i testi presentati e di individuarne la struttura. Successivamente avranno la possibilità di scrivere altri testi utilizzando la medesima struttura per scrivere altri diversi modi per affrontare la situazione.

Pongono le loro domande. Che cosa si deve fare? Come facciamo a farlo? Lavoriamo da soli o insieme ad un compagno?Chi leggerà ciò che scriveremo? Ci dai il voto?

3. Stimolare il ricordo delle capacità prerequisite pertinenti

L’insegnante risponde alle domande, prefigura le diverse fasi del lavoro e ricorda le abilità di lettura e scrittura già consolidate. Precisa che in questa situazione serviranno anche l’immaginazione e l’immedesimazione nei panni del protagonista. Proietta con la LIM la scheda 0. Fa osservare la disposizione grafica dei tre esempi di testo rielaborato e suddiviso in funzioni.

Osservano e seguono la spiegazione, mettono in relazione le somiglianze e le differenze tra i tre testi e individuano le caratteristiche della struttura narrativa proposta.

4. Presentare gli stimoli inerenti al compito di apprendimento

Anticipa che dopo aver osservato attentamente gli esempi, completeranno insieme una nuova situazione di esempio , poi ciascuno potrà scrivere la continuazione della storia sulla scheda 1. già predisposta per l’allenamento in classe.

Intervengono a turno sui tre esempi, proponendo le loro altre possibili alternative.

5. Fare da guida all’apprendimento

Consegna la scheda 1. Con le prime tre funzioni completate, e chiede che ciascuno la legga silenziosamente e poi proponga la sua continuazione della storia a partire dalla descrizione del secondo protagonista. Ascolta le osservazioni degli alunni, li aiuta a precisare la descrizione dell’ambiente, si accerta della comprensione dei termini, pone le seguenti domande: Chi sono i due personaggi, qual è l’evento, come reagiscono il primo e il secondo protagonista. (Ri)

Leggono a turno il contenuto delle prime tre funzioni presenti nella scheda 1. Rispondono a turno alle domande;

Chiede: “immagina di essere tu uno dei due protagonisti, e dimmi chi metteresti come secondo protagonista. Che nome daresti al problema?”.

Definiscono il problema: una seccatura, un imbroglio, un contrattempo, un disguido, una frode, una disgrazia, un imprevisto, un errore, una trappola, …)

L’insegnante chiede: “ Come si è sentito il protagonista, e perché? Come si sente il secondo e perché?”

Esprimono diversi stati interni (es. indifferente, infastidito, dispiaciuto, arrabbiato, disperato, …) Si accorgono della necessità di una qualche compatibilità tra gli stati interni dei due e la necessità di una coerenza con le caratteristiche di entrambi.

Aiuta gli alunni a stabilire nei diversi testi analizzati gli elementi di coerenza che mettono insieme l’aggettivo che esprime lo stato interno con il nome del problema. Evidenzia che la coerenza tra i termini utilizzati esprime l’attribuzione di significato dell’evento, varia da persona a persona, è modificabile e nel contempo controllabile nell’evolversi della narrazione. L’importanza dell’uso di termini specifici sostiene e valorizza la varietà delle risposte …

Sottolineano i diversi elementi di coerenza presenti nel testo e propongono a turno alcune ipotesi percorribili nel completamento di una nuova storia.

L’insegnante consegna e chiede di completare per casa la scheda 2 scrivendola a mano.

Elaborano una nuova storia individualmente e/ o in gruppo e la consegnano all’insegnante.

SECONDA UNITA’

L’insegnante legge le storie scritte dagli studenti. Decide quali analizzare allo scopo di aiutare gli alunni a rivedere i loro testi centrando l’attenzione sulla funzione risposta interna, per entrambi i protagonisti.

Mostra un testo di esempio perché controllino le due risposte interne. Riporta alla LIM le due risposte interne nelle scheda 3 e fa osservare la funzione tentativi e conseguenze, rispetto al piano d’azione previsto.

Rivedono il testo, posto su due colonne, discutono e introducono le modifiche necessarie alla coerenza e coesione della storia a due protagonisti.

Si accorda per l’invio agli studenti del file Scheda 3, per la riscrittura (programma word, carattere, misura, intestazione, piè pagina ….) e re invio, tempi e modalità (pen drive, posta elettronica).

Ricevono il file, lo nominano secondo gli accordi presi, inseriscono il loro nome, la classe, la data. Riscrivono al computer la storia elaborata completando le parti dei due protagonisti.

6. Fornire il feedback

In classe viene analizzato alla LIM un testo e si procede alla conversazione per apportare le diverse modifiche nei punti più significativi.

Partecipano alla revisione del testo, poi individualmente analizzano la propria narrazione per introdurre le eventuali modificazioni. Verificano la corrispondenza tra la struttura proposta e l’elaborazione prodotta e al termine, la inviano all’insegnante.

7. Valutare la performance

Legge e corregge ciascun testo inserisce alcune correzioni e alcune domande. Chiama ciascun gruppo a rivedere la propria storia e a rispondere alle domande poste.

Riaggiustano il testo accogliendo le indicazioni dell’insegnante e della classe, chiedono spiegazione, concordano e/o discutono, cercano le parole più adatte ad esprimere ciò che vogliono dire, (“non è scontato che la prima cosa che ti viene in mente, sia quella che vorresti dire”… Tenendo sempre a fronte la posizione dei due protagonisti elaborano la riscrittura

definitiva e successivamente la inviano.

8. Garantire la fissazione

Apprezza il lavoro di revisione dei testi e spiega che il testo proprio perché non è “spontaneo” garantisce che le diverse azioni di revisione li abbiano guidati verso l’approfondimento del problema, delle reazioni e delle relazioni tra i due protagonisti, dell’evolversi della situazione nelle diverse funzioni. Mostra alcuni esempi di revisione mettendo in luce i processi di modificazione della percezione del problema iniziale.

Poi tornano sulla propria narrazione, si ri-pongono le domande “chiave” e introducono le eventuali modificazioni se necessarie … Aggiustamenti sul titolo, caratteristiche dei personaggi,…

Un esempio di revisione

9. Provvedere al transfer

Propone di compilare il questionario per valutare cosa sia cambiato dall’inizio ad oggi, rispetto alle due parole chiave “dono e straniero”.

10. Assicurare la ritenzione

Compilazione del questionario

Presentazione alla LIM della registrazione dei e loro lettura. Conversazione.

Conversazione sull’osservazione delle modificazioni avvenute e sull’attribuzione di significato dello spostamento rispetto a se stessi e alla media della classe.

In allegato:

La Scheda 0 – propone tre esempi di struttura da utilizzare anche con la Lim per l’analisi e l’apprendimento della struttura.

La Scheda 1 – propone un Modello di struttura a due protagonisti da utilizzare in classe per presentare le prime tre funzioni (ambiente – evento – risposta interna) e chiedere di completare quella mancanti per entrambi i protagonisti. Allenamento in classe.

Scheda 2 – propone un Modello che contiene le domande relative a ciascuna funzione, per la riscrittura a mano della prima rielaborazione personale della nuova storia.

Scheda 3 – propone un Modello vuoto a due protagonisti – distribuito agli studenti anche in file per la riscrittura e revisione della storia. Da utilizzare anche con la Lim per la revisione collettiva in classe.

Paese 21 ottobre 2016, Prof.ssa Mariapia Piovesan

1 Franca Da Re – Modelli di curricoli per competenze chiave – 2015 – http://www.francadare.it.

2 MIUR – Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione. 2012 – http://www.indicazioninazionali.it

3 Le condizioni favorenti l’apprendimento indicate in neretto sono tratte da G. Martini tratto da Gagné R.M. 1970, trad. it. Armando, Roma1973, pp. 355-357.

DIAGRAMMA PER LA VALUTAZIONE

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